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Psicologia dell'Architettura

  • Immagine del redattore: Dr. Giorgio Cornacchia
    Dr. Giorgio Cornacchia
  • 15 giu 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Ogni giorno osserviamo e viviamo ambienti e luoghi diversi (case, uffici, negozi, parchi) senza soffermarci molto sulle emozioni che questi ci creano. Eppure, ogni luogo inevitabilmente ci influenza, in maniera positiva o negativa.


E’ in quest’ottica che nasce, intorno agli anni ’50 – ’60 del secolo scorso inizialmente in America per giungere successivamente anche in Europa, la Psicologia dell’Architettura. Questa disciplina si occupa di indagare il rapporto tra l’ambiente e le persone per sottolineare il rapporto che intercorre tra le caratteristiche dell’ambiente e dello spazio e le risposte emotive che ne derivano. I luoghi, infatti, costituiscono un elemento fondamentale dell’esperienza e contribuiscono allo sviluppo dell’identità personale, al pari delle relazioni familiari e amicali.


Chiunque abbia sfogliato una rivista di architettura, magari come attività finalizzata alla costruzione di una nuova casa o alla ristrutturazione di quella nella quale vive, ne è rimasto estasiato. Ambienti perfetti, ogni cosa al posto giusto ed un equilibrio di forme seducente. Le immagini contenute in una rivista ci restituiscono però un mondo bidimensionale, povero della terza dimensione: l’uomo. Ci suggeriscono di adottare una precisa impronta stilistica illudendoci che ognuna di quelle fotografie rappresenti la nostra casa ideale. Tuttavia, ognuno di noi ha una personalità magnificamente complessa, sedimentata attraverso una storia e dei ricordi individuali: il profumo di legno del vecchio tavolo da pranzo, l’odore di fumo di un camino, la sensazione pungente di una coperta di lana tra le dita o il rintocco ricorrente di un orologio a pendolo. I ricordi, però, potrebbero anche riportare alla mente emozioni negative che per nessuna ragione vorremo rievocare in una casa nuova. Se, per esempio, da bambini abbiamo odiato il letto in ferro battuto nel quale i nostri genitori ci obbligavano a dormire, difficilmente sceglieremo una decorazione in ferro per la nuova casa; seppur adattato ad altro scopo, ci ricorderebbe un oggetto disprezzato e ci farebbe dire “non mi piace”, senza nemmeno capirne il motivo.


La nostra personalità, modellata da ciò che consapevolmente abbiamo costruito nella nostra vita e da ciò che inconsapevolmente si è depositato attraverso le esperienze vissute, ci porta a percepire precise emozioni all’interno di uno spazio. Un ambiente può renderci irrequieti o appagati, gioiosi o malinconici.


La casa, ad esempio, è il luogo nel quale cerchiamo riposo e protezione da ciò che la giornata ci ha costretto ad affrontare. Deve aiutarci a rallentare il ritmo della respirazione e portarci ad uno stato di benessere; lo stesso senso di soddisfazione che possiamo sentire stando seduti di fronte ad un mare calmo.


Ecco dunque che il termine Adatto assume un significato fondamentale per immaginare un ambiente vicino, un ambiente Amico

 
 
 

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