Sesso e Covid-19: come la pandemia ha modificato le nostre abitudini sessuali.
- Dr. Giorgio Cornacchia
- 12 nov 2021
- Tempo di lettura: 5 min
Il 12 febbraio 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha denominato in Covid-19 (abbreviazione di COronaVIrus Disease 2019) il virus responsabile dell’epidemia attuale. Questo si trasmette per via aerea, molto spesso tramite i droplets (trad. goccioline; termine che in campo epidemico si riferisce alla saliva nebulizzata che viene prodotta parlando, con un colpo di tosse o con uno starnuto). Possiamo, quindi, ben immaginare quanto la vicinanza e le effusioni che caratterizzano i rapporti relazionali affettivi e sessuali possano essere veicolo di trasmissione.
Durante il periodo di lockdown della scorsa primavera ogni italiano ha vissuto un inatteso passaggio da una precedente dimensione di libertà e di interconnessione ad una nuova realtà, governata dall’isolamento e dal distanziamento sociale. L’aspetto maggiormente colpito, in uno scenario di questo tipo, è stato senza dubbio quello della sessualità. Migliaia di coppie si sono, infatti, ritrovate da un giorno all’altro rinchiuse in convivenze forzate o a vivere inaspettati momenti di lontananza dal partner. Discorso ugualmente valido per i single che hanno, invece, visto interrompersi improvvisamente le opportunità di frequentazioni occasionali e di ricerca dei partner.
I cambiamenti nelle abitudini sessuali degli italiani durante il lockdown sono stati analizzati in una ricerca effettuata da un’importante azienda che da sempre si muove in maniera diretta e non convenzionale a favore della sensibilizzazione in materia di benessere sessuale, la Durex. La ricerca ha visto coinvolte, in Italia, 500 persone comprese tra i 16 e i 55 anni.
Il primo dato che emerge dalla ricerca è che gli italiani in quarantena hanno fatto meno sesso. L’83% degli intervistati, infatti, ha confessato un generale calo del desiderio e della pratica sessuale durante il periodo di lockdown, con solo il 23% che ha invece sostenuto di aver mantenuto un livello di attività sessuale quasi uguale al periodo pre-quarantena. Tra le principali motivazioni espresse a giustificazione di questo importante decremento sono emerse: ansia, paura del contagio, generale stato di tristezza e/o presenza di situazioni di difficoltà emotive, presenza di bambini in casa, interruzione degli spostamenti e obbligo del distanziamento sociale. La pandemia ci ha costretto per motivi di sicurezza all’isolamento sociale. Questa condizione ha generato degli effetti psico-sessuali a breve e lungo termine; aumentati i sentimenti di ansia, ossessività, compulsività per il contagio e effetti simil depressivi, si sono drasticamente ridotte le pratiche sessuali, compreso il petting, con i partner occasionali ma anche con il partner stabile.
In riferimento ai single, nonostante in termini assoluti si tratti della categoria maggiormente colpita dagli effetti del lockdown nella sfera sessuale, è comunque importante fare una distinzione tra quelli che non hanno alcuna frequentazione e quelli che, invece, hanno un rapporto saltuario che non può però essere definito come relazione. Infatti, mentre per i primi vi è stato un drastico crollo dell’attività sessuale, addirittura per il 98% degli intervistati, i secondi hanno lamentato qualche difficoltà in meno, con un calo dell’attività sessuale che ha toccato il 93%. Questi dati sono poi confermati dal confronto delle abitudini sessuali pre e durante la quarantena. Nella fase di lockdown si sono, infatti, mantenute stabili le attività sessuali praticabili in autonomia, come la masturbazione (62% prima, 60% durante) e la visione di materiale pornografico (38% prima, 37% durante). Mentre sono drasticamente crollate quelle che prevedono il contatto fisico e che invece svettavano nella fase pre-quarantena, tra queste: i baci (63%prima, 8% durante), il sesso vaginale (59% prima, 8% durante), il sesso orale (48% prima, 4% durante) e il sesso anale (21% prima, 4% durante). Altri due dati molto importanti emersi dalla ricerca, in grado di fotografare al meglio l’impatto della quarantena sulle abitudini sessuali dei single, sono quelli relativi ai rapporti occasionali, crollati dal 34% al 3%, e all’utilizzo di app di incontri, scesi invece dal 21% pre-lockdown al 6% durante la quarantena, proprio per l’impossibilità o la difficoltà di trasformare in incontro reale una conoscenza inizialmente virtualmente.
Un’altra categoria che ha subito un importante impatto nella sfera sessuale in questo periodo così delicato è quella dei partner non conviventi. Secondo quanto emerso dalla ricerca, infatti, ben il 95% degli intervistati ha dovuto rinunciare all’attività sessuale nel periodo della quarantena. Scendendo più nel dettaglio, esattamente come nel caso dei single, emerge chiaramente una netta differenza tra il periodo pre e quello durante la quarantena. Nello specifico, nella fase di lockdown si sono rivelate stabili le attività sessuali praticabili in autonomia, come la masturbazione (38% prima, 36% durante), la visione di materiale pornografico (30% prima, 27% durante) e il sesso virtuale in webcam (13% prima, 13% durante) mentre sono crollate quelle che prevedevano il contatto fisico e che dominavano la classifica nella fase pre-quarantena, tra queste: il sesso vaginale (74% prima, 20% durante), i baci (73% prima, 8% durante) e il sesso orale (56% prima, 9% durante).
Lo scenario, invece, è sicuramente molto diverso per quanto riguarda i partner conviventi che solamente nel 65% dei casi hanno visto ridurre la propria attività sessuale. In questo caso, però, a differenza delle categorie precedenti dove la diminuzione dell’attività sessuale era legata all’impossibilità di contatto, il calo si è verificato in seguito ad una progressiva diminuzione del desiderio sessuale, come dichiarato dal 62% degli intervistati. Inoltre, il periodo di quarantena forzata ha avuto, sulle coppie conviventi, un forte impatto sui livelli di soddisfazione sessuale. Nello specifico, dalla ricerca è emerso che la percentuale di soddisfatti della propria attività sessuale è diminuita dal 73% al 58%, mentre gli insoddisfatti sono aumentati dal 17% al 22%, con un restante 10% che è andato ad incrementare il gruppo dei neutrali, passato dal 10% al 20%.
Purtroppo, come sembra, concetti come il distanziamento sociale faranno parte delle nostre vite ancora per un po’ e con essi anche le varie difficoltà sopra riportate. Per evitare di assuefarci ad una sessualità poco soddisfacente si può pensare di rivolgersi a sessuologi e/o psicoterapeuti che possano aiutarci ad individuare le nostre specifiche difficoltà, sia individuali che di coppia, per ristrutturare le nostre convinzioni in ambito sessuale e goderci al meglio la sfera dell’intimità e della conoscenza del corpo proprio e altrui.
Per concludere, inoltre, mi preme riportare un dato significativo e allo stesso tempo molto allarmante. Più della metà degli intervistati ha dichiarato che l’isolamento da Covid-19 non ha cambiato né le abitudini né le attenzioni legate alla propria igiene sessuale e che prima della pandemia solo un italiano su due era solito utilizzare il preservativo. A tal proposito, l’indagine effettuata dalla Durex fa parte della campagna globale “Let’s not get back to normal” che è incentrata sulla trasmissione di messaggi positivi di cambiamento e superamento di una precedente, e non sempre corretta, normalità in ambito sessuale. Tutte le grandi epidemie hanno lasciato profonde tracce nella cultura e nei comportamenti umani. È quindi atteso che anche il Covid-19 imprima segni profondi. E’ proprio verso questa prospettiva che si muove il messaggio di sensibilizzazione dell’azienda; la crisi causata da questa pandemia può e deve offrire l’opportunità di ripartire “bene” attraverso la creazione di programmi educativi volti ad estendere i comportamenti responsabili anche all’ambito sessuale. “Non torniamo alla normalità” perché per troppo tempo la normalità non è stata abbastanza. Era normale inventarsi scuse per non usare il preservativo; era normale far vergognare le donne di portarne uno con sé; era normale 1 milione di infezioni sessuali ogni singolo giorno. Il mondo non è mai stato così pronto al cambiamento per cui, cambiamolo in meglio. Non torniamo alla normalità ma creiamone una nuova più libera, più equa, più sicura.
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